Raiz, a ‘Verissimo’ per svelare ‘la banalità del male’: “Mia moglie Daniela aveva già il cancro quando aspettava nostra figlia. Ho pensato al versetto biblico ‘Dio dà, Dio toglie’”


A Verissimo di Silvia Toffanin, nel pomeriggio di sabato 18 maggio, tra gli ospiti è arrivato Raiz: una puntata che è stata anche un’occasione per ricordare la moglie del cantautore, Daniela, scomparsa lo scorso 31 marzo. “Come va? È una bella domanda, difficile risponderti – le parole della voce degli Almamegretta – parafrasando una scrittrice molto famosa, Hannah Arendt, che ha scritto il famoso libro La banalità del male, io dico che sto vivendo la banalità del pane. Nel senso che devo fare la vita di tutti i giorni, devo comunque mangiare, dare da mangiare a mia figlia, curare la routine della sua esistenza. E, nello stesso tempo, attraversare il dolore. E questo resta da fare, nient’altro”.

Una perdita dovuta al cancro sviluppatosi durante la gravidanza di Daniela, che cinque anni fa ha dato alla luce la loro figlia Lea: “Ciò che ci è successo è stata una cosa non inaspettata – ha proseguito Raiz – perché mia moglie Daniela aveva già il cancro al seno e si stava curando già da cinque anni. Ma quello che è successo è stato incredibile. Ho pensato in questi giorni al famoso versetto biblico del libro di Giobbe che dice ‘Dio dà, Dio toglie’ e in genere noi questa cosa la vediamo in maniera macroscopica: uno muore di qua, un altro nasce di là. E invece quello che è successo a mia moglie è che mentre il suo corpo si preparava a dare la vita, con tutto il corredo ormonale che serve, allo stesso tempo quello stesso corredo ormonale nutriva il cancro che lei già aveva dentro. Quindi questa cosa che ‘Dio dà e Dio toglie’ è successa in maniera non macroscopica, ma microscopica, cioè nel suo corpo. Questo dà molto da pensare e dà fondamentalmente la dimensione dell’accettazione della cosa, perché noi non possiamo fare altro che questo”.

“La cosa bella di mia moglie è che ha vissuto tutti questi anni di malattia in maniera positiva, come diceva lei – ha continuato nel faccia a faccia con la conduttrice – diceva ‘anche se fosse questo l’ultimo mio giorno, lo devo vivere bene perché altrimenti che lo vivo a fare?’. Come se avesse messo il cancro lì su un mobile e avesse detto ‘tu stai lì, poi, se è, faremo i conti’. Invece di abbandonarsi alla negatività ha fatto come se non dovessi morire mai, come se dicesse ‘ok, not today’. E questa cosa ha permesso a sua figlia di essere quello che è. E io, fantasticando, mi sono immaginato che un domani mia figlia grazie a tutto questo startup potrebbe diventare una scienziata che trova la cura che ha sconfitto sua madre, e quindi sua madre in qualche modo avrebbe vinto non in questa generazione ma nella prossima. Ero lì quando è successo, abbiamo potuto salutarci e l’ultima cosa che ha fatto è stata sorridermi. Ci siamo promessi tante cose e mi ha detto ‘Sono sicura di te, che farai quello che devi fare’. È stata una cosa impagabile, se non fossi riuscito a fare questo sarebbe stata ancora peggio.

Che senso si può dare a questo dolore? Non ha senso, però questo siamo e questo ci può succedere in ogni minuto”. Raiz, che nella vita è anche attore e ha prestato il volto a Don Salvatore Ricci in Mare fuori, ha poi raccontato perché si è innamorato della moglie: “Innanzitutto per la grande diversità. Faceva l’imprenditrice, aveva una sua azienda di formazione manageriale che va avanti, ed era molto diversa da me. Io faccio l’attore, il cantante, insomma l’artista, lei invece era una donna più strutturata, la chiamavo ‘foglio Excel’ perché aveva sempre tutto già pianificato. E aveva un grande cuore, perché lei comunque era così: pragmatica ma sempre con un grande cuore”. “Siamo stati molto felici, in ogni caso – ha proseguito – con mia moglie ho attraversato una lunga giornata di sole che è durata tredici anni e meglio averla avuta che non averla avuto per niente. Nel dolore della cosa conservo tutti gli attimi felici e tutte le giornate felici che abbiamo passato. Che sono impagabili e che non sostituirei con niente”.

Raiz, nome d’arte per Gennaro Della Volpe, ha infine concluso raccontando il suo nuovo ruolo di genitore unico per la figlia Lea: “Sono mamma e papà e ovviamente è un’esperienza incredibile, però pure questa è una grande scuola di vita e di esistenza. Avere a che fare innanzitutto con il confronto più o meno esclusivo, perché sì ci sono i nonni e c’è mia sorella, ma di base siamo io e lei che andiamo avanti e stiamo cercando un rapporto nuovo. Che è fatto di due persone, ma che in realtà sono tre che sono diventate due. Daniela comunque resta in me e resta in lei, e la stiamo cercando tutti i giorni, perché l’importante è ricordarla. Mia figlia ha fatto l’esperienza più traumatica della sua vita, ha sperimentato la vulnerabilità dei genitori, ma l’ha vissuta in maniera senz’altro dura ma consapevole grazie alla madre. Ragiona tanto, parla tanto, mi chiede tanto, piangiamo insieme e succede anche questo. Però Daniela c’è ed è importante che Lea sappia di avere una mamma. Lei è ancora lì che la protegge, in qualche modo. E a me dà la forza proprio Daniela, le chiedo di darmi la forza di andare avanti”.



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