Elodie si svela a Manara: “Perché il mio clubtape a luci rosse ha … – IL GIORNO

“La vita te fa piagne, ma pure ride…”, scherza in romanesco Elodie per raccontare l’avventura di essere passata nell’arco di un anno dal palco del Magnolia a quello del Forum. Per ben quattro spettacoli, visto che alla data sold-out della scorsa primavera il tour nei palasport ne ha aggiunte altre tre: 20 e 21 novembre e 9 dicembre.
Tutto con la candidatura agli Mtv European Musica Award nella categoria “best italian act”. Nonostante l’ultimo singolo “A fari spenti” non abbia convinto proprio tutti, il momento d’oro di “Elo” continua, arricchito da “Red Light”, che non è un album né un ep, ma un “clubtape”, come lo chiama lei.
Sette canzoni unite dalle arti magiche di Dardust accompagnate da altrettanti video (uno in compagnia di Anna Dello Russo) realizzati con la direzione creativa di The Morelli Brothers, gli stessi di “Bagno a mezzanotte’’.
“Sono legata a questo progetto, nato dopo il concerto al Forum della scorsa primavera con addosso l’adrenalina di quel debutto, per incanalare quell’energia nella creazione di nuova musica che facesse muovere il pubblico e aggiungesse un altro tassello al mio racconto”, racconta la cantante che ha presentato il progetto ieri mattina in un club in zona Stazione Centrale reduce dalla Parigi Fashion Week dove ha sfilato come modella.
"A spingermi in studio è stato anche il desiderio di correggere qualcosa dello spettacolo, quella parte centrale che ne allentava la tensione. Mancava un po’ della “cattiveria’’ del club, di quel mondo in cui sono cresciuta prima di fare la cantante. Volevo raccontare la gente che ho sotto al palco; prima, non sapevo quale fosse il mio pubblico, ora sì. Donne, membri della comunità Lgbtq+, pochi uomini. Anche se per me, ne esiste solo uno: il mio fidanzato".
La copertina di questo nuovo progetto (parte dei proventi andrà alla fondazione Red di Bono Vox) porta una firma autorevole, quella di Milo Manara. "Ho scoperto l’erotismo, la potenza e la libertà del corpo femminile grazie al maestro Manara e alle sue tavole che mi ispirano. L’ho cercato, iniziando un corteggiamento realizzatosi dopo lo “scandalo’’ delle foto senza veli (quelle attinte dal video della stessa “A fari spenti’’, ndr).
Lo scatto su cui ha realizzato la sua opera è quella finita nella bufera. Anche se Manara mi ha tolto dalle gambe la mano con cui mi copro pudicamente i genitali per chiuderla in un pugno. Un modo per ribadire che il corpo è di noi donne e che dobbiamo lottare per il diritto di usarlo come vogliamo. Il mio corpo è un manifesto di libertà".

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