Inutile negarlo: è difficile non cadere nella tentazione di spettegolare al lavoro, parlando – di solito non bene – dei colleghi. Per questo, un team di ricerca della Washington State University (Usa) ha indagato su questa abitudine, arrivando alla conclusione che la carriera di chiunque potrebbe dipendere (anche) dal gossip: parlare bene o male di qualcuno, si sa, influenza i comportamenti degli altri.
niente Benefit lavorativo. I ricercatori hanno condotto un esperimento che ha coinvolto un campione molto eterogeneo di partecipanti. Per esempio, un gossip positivo (leggi: uno scambio di informazioni sulla reputazione di altri membri della comunità) riguardante il lavoro di una persona rendeva gli altri più propensi a darle un benefit lavorativo; il pettegolezzo negativo, invece, lo bloccava.
Scatta la Competizione. La cosa più interessante emersa dallo studio è però la motivazione che sta dietro a un pettegolezzo, e che finora non era mai stata indagata seriamente. Si pensava che parlare di altre persone della propria comunità aiutasse a far rispettare le norme sociali o che servisse a creare un legame tra i “pettegoli”.
I risultati propendono invece verso un modello evoluzionistico competitivo: le persone usano il gossip per competere le une con le altre riguardo alle risorse preziose nella loro comunità. Insomma, sarà anche vero che i pettegolezzi possono avere degli aspetti positivi perché aiutano a socializzare e anche conoscere il mondo, seppur indirettamente, attraverso le informazioni altrui. Ma per quanto riguarda la carriera (propria o altrui), meglio stare un po’ più attenti.
Foscolo era “esperto” di sifilide. Tanto da cantarne nelle proprie Odi. Dietro all’ode All’amica risanata, scritta nel 1802 e dedicata alla contessa milanese Antonietta Fagnani conosciuta alla Scala di Milano, si nasconde forse la felicità per la ritrovata salute della donna, colpita da una malattia venerea. Da chi l’aveva presa? Da alcune lettere di Foscolo si deduce che i due erano amanti focosi, anche se la donna era sposata era sposata con il marchese Marco Arese Lucini (anch’egli dai costumi sessuali piuttosto liberi). Alla fine della relazione, il poeta e l’amante si rinfacciarono, in modo non molto elegante, reciproche accuse di contagio infettivo. Le malattie veneree avrebbero accompagnato la donna fino alla fine dei suoi giorni: questo non le impedì di intrattenere molte relazioni, oltre a quella con Foscolo e naturalmente, quella col marito.
Foto: © Wikimedia Commons
John Kennedy ebbe una relazione con Marilyn Monroe. La sensuale versione di “Happy Birthday” che l’attrice dedicò al presidente nel maggio del 1962, al Madison Square Garden per i 45 anni di lui, lasciava pochi dubbi all’immaginazione. Eppure nonostante le voci insistenti sulla loro relazione, i due evitarono accuratamente di farsi vedere insieme. Solo in epoca più recente diverse fonti giornalistiche confermarono la liason e pubblicarono alcune rare foto di John e Bob Kennedy con l’attrice (non compromettenti, eppure tenute nascoste). I due si conobbero forse nel 1954, grazie a uno degli agenti dell’attrice, quando Kennedy era ancora senatore e Marilyn viveva un momento difficile nella sua relazione col marito Arthur Miller. Questa foto ritrae l’attrice con il celebre vestito color carne poco prima del siparietto della canzone di compleanno (guarda il video).
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Casanova era figlio illegittimo. Il donnaiolo più celebre di Venezia (1725-1798) non sarebbe stato figlio dell’attore Gaetano Casanova, ma del ben più altolocato Michele Grimani (1697-1775), nobile rampollo di una delle più potenti e rinomate famiglie veneziane dell’epoca, che ebbe una relazione con Giovanna (detta Zanetta) Farussi o Farusso (madre di Giacomo). Fu egli stesso a scriverne, confermando le voci che circolavano in proposito. Un indizio della relazione fu la scelta del tutore scelto per badare a Giacomo fino alla maggiore età, mentre Giovanna e Gaetano erano presi dagli impegni teatrali: l’abate Alvise, fratello di Michele.
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Giulio Cesare era bisessuale. Quattro mogli e una selva di amanti non bastarono a risparmiare all’imperatore il soprannome, dato da Cicerone, di “marito di tutte le mogli e moglie di tutti i mariti”. Secondo le dicerie tra le sue frequentazioni più assidue ci sarebbe stato Nicomede IV Filopatore, re della Bitinia, morto nel 74 a. C.. Cesare lo aveva conosciuto in occasione di una richiesta di navi affinché i Romani potessero affrontare l’assedio di Mitilene. Ma ottenute le navi, Cesare le affidò ai suoi uomini per tornare in Bitinia dicendo che doveva riscuotervi del denaro. Questa scelta alimentò i pettegolezzi sulla sua relazione con il re e un altro nomignolo: Cesare, Regina della Bitinia. Bisogna ricordare però che la bisessualità era un costume assolutamente diffuso nell’antica Roma.
Ma non è tutto. Svetonio, lo storico più pettegolo di Roma, descrive Cesare come un personaggio estremamente vanitoso: si depilava, si tingeva i capelli e utilizzava il riporto.
Vittorio Emanuele II sostituito in culla. A gettare il dubbio sulla paternità di Vittorio Emanuele II (1820-1878), primo re d’Italia, sarebbe stato lo statista e amante del gossip Massimo D’Azeglio. Egli mise in giro la voce che a pochi giorni dalla nascita del re, una nutrice fece distrattamente rovesciare una candela sulla culla, provocando un incendio che uccise il bambino e la donna stessa. La tragedia si svolse a Palazzo Pitti, mentre i neogenitori Maria Teresa d’Asburgo-Toscana e Carlo Alberto di Savoia-Carignano erano ospiti del Granduca di Toscana. Per garantire una discendenza al trono si sarebbe quindi sostituito il neonato morto con il figlio di una coppia di macellai che abitavano lì vicino.
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Salieri uccise Mozart per invidia. Quella della presunta rivalità tra i due compositori fu una voce infondata, come infondata è la diceria secondo cui a provocare la morte di Mozart sarebbe stato il collega invidioso, che avrebbe provveduto al suo avvelenamento. La maldicenza fu messa in giro dalla vedova di Mozart, l’ambiziosa Constanze Weber. Ma il poeta russo Aleksandr Sergeevič Puškin credette a queste voci, e nel 1830 scrisse un breve dramma in versi, Mozart e Salieri (precedentemente intitolato Invidia), in cui un Salieri invidioso uccide per avvelenamento il famoso rivale. «Se Salieri non ha ucciso Mozart, di sicuro Puškin ha ucciso Salieri», si è detto a proposito di quest’opera (qui vediamo una scena del film Amadeus del 1984, dove Salieri ha il volto di F. Murray Abraham).
L’imperatore Claudio avvelenato coi funghi. Si dice che Agrippina Minore (15-59 d.C.), madre di Nerone e moglie dell’imperatore Claudio (10 a. C.-54 d. C.), sfruttò la passione del marito per i funghi per togliere di mezzo l’imperatore con una cena a base di funghi velenosi e favorire l’ascesa al trono del figlio di primo letto (a scapito del figlio di Claudio Britannico, eliminato in seguito da Nerone). Le voci potrebbero essere state rinfocolate dal fatto che avvicinandosi alla morte, il vecchio Claudio si pentì di non aver designato come erede Britannico e di aver ceduto alle pressioni di Agrippina in favore di Nerone. Agrippina ne fu risentita e questo alimentò le voci sulla sua colpevolezza. La donna stessa fu poi fatta assassinare dal figlio Nerone (come si vede in questo affresco della Galleria Estense di Modena), in una guerra per il potere.
Michelangelo uccideva per l’arte. Una delle voci più cattive del mondo dell’arte riguarda Michelangelo Buonarroti (1475-1564), accusato di aver accoltellato un ragazzo per realizzare una scultura di Cristo seguendo con precisione l’anatomia dei muscoli del cadavere. In realtà non sono conosciuti processi per il presunto omicidio, che in effetti non fu mai perseguito legalmente. Pare che a mettere in giro la diceria furono altri artisti invidiosi del successo di Michelangelo, tra i più ricercati del tempo e dal carattere indubbiamente difficile. Lo studio dell’anatomia di corpi di persone decedute – e non uccise apposta! – era peraltro una pratica abbastanza comune tra gli artisti rinascimentali.
Leonardo da Vinci molestatore. Il nome di Leonardo sarebbe presente tra le carte di un processo per sodomia che lo vide tra gli imputati, insieme ad altri allievi della bottega del Verrocchio, nel 1476. Vittima dell’abuso sarebbe stato un apprendista orafo 17enne, Jacopo Satarelli, che fece però una denuncia anonima che decadde dopo breve tempo, e costò all’artista e scienziato una breve incarcerazione. Poco tempo dopo la causa fu chiusa: quel che è certo è che l’omosessualità era molto diffusa nella Firenze dell’epoca, e che le voci furono rinforzate da una interpretazione psicoanalitica di un sogno di Leonardo compiuta da Sigmund Freud a posteriori.
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Le donne etrusche erano “facili”. La Storia ci dice che fossero tenute in maggiore considerazione rispetto a quanto avvenne nelle società greca e romana. Ma fin dall’antichità sulle donne etrusche si diffusero maldicenze, che le vedevano concedersi facilmente a molti uomini e presenziare a banchetti pubblici senza vestiti. A mettere in giro queste voci fu lo storico greco Teopompo (IV sec. a.C.) che pare si fece un po’ troppo ispirare a quello che era un costume diffuso nella società greca: quello di invitare ai banchetti le etere, prostitute dell’epoca con costumi assai facili e compiti di “intrattenimento”.
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L’amante di Ludovico. Nel 1491 Ludovico il Moro si unì in matrimonio a Beatrice d’Este, 16 anni appena, promessagli dall’età di 5 anni. Dal matrimonio nacquero due figli, ma pare che prima di consumare con la moglie, il duca di Milano si prese un po’ di tempo. Gran parte delle sue forze erano infatti spese per l’amante, la bella Cecilia Gallerani, che Leonardo quasi sicuramente ritrasse nel suo dipinto La dama con l’ermellino.
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Brahms killer di gatti. Le maldicenze tra musicisti non si risparmiano, ma quella diffusa da Richard Wagner su Johannes Brahms (1833-1897), compositore e direttore d’orchestra suo contemporaneo, ne batte molte in cattiveria. Wagner disse che il rivale traeva le sue sinfonie dai miagolii dei gatti che egli stesso con sadico gusto colpiva, per poi copiarne i rantolii. Disse addirittura che il musicista teneva un taccuino con i suoni emessi negli ultimi istanti di vita dai poveri felini.
Tutte le più strane abitudini dei geni
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Il pazzo e la vergine. Quella tra Eric XIV (1533-1577), principe di Svezia con problemi di instabilità mentale, ed Elisabetta I, regina d’Inghilterra (1533-1603), soprannominata la Regina vergine per i suoi rapporti sfortunati con gli uomini (o forse perché non ebbe figli) sarebbe stata una storia curiosa. In effetti Eric avanzò trattative per una proposta di matrimonio alla sovrana, entrando in tensione con il padre per ragioni politiche. Ma poi abbandonò il progetto chiedendo la mano di una schiera di altre sovrane come Maria di Scozia, Renata di Lorena, Anna di Sassonia e Cristina d’Assia.
Testo riadattato da un articolo su Focus Storia 47, a cura di Daniele Venturoli. Leggi il nuovo Focus Storia!
Gambe di legno, passerelle della morte, uncini… Cinema e letteratura fanno a gara per costruire attorno a corsari e bucanieri un mondo di fantasia. Su questo numero di Focus Storia facciamo un passo indietro e ricostruiamo la vera storia della pirateria, partendo dai suoi protagonisti e dalle loro incredibili, famigerate imprese. E ancora: il sogno di Martin Luther King; la strana morte del duca condottiero Alessandro Farnese; cronistoria dell’8 settembre 1943, il giorno in cui in Italia finì una guerra e ne cominciò un’altra.
La scienza del sesso: i modi più curiosi in cui lo fanno gli animali per riprodursi; come, per noi umani, è diventato un piacere irrinunciabile; le abitudini sessuali nel mondo. Inoltre, le soluzioni naturali e hi-tech per accumulare le risorse idriche; il ruolo del gelato nella nostra alimentazione; come si costruisce un sottomarino degli abissi e perché le missioni di salvataggio sono difficili; quando e perché le vacanze diventano uno stress.
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