Il cantautore romano ospite di Amadeus sul palco dell’Ariston gioved 8 febbraio: il mio modo per dire sono ancora qui e per ringraziare tutti
Quel ragazzino adesso suona sui palchi di tutto il mondo e ha venduto 70 milioni di dischi. Quel ragazzino adesso anche nonno. Ma allora, il 3 febbraio 1984, quando Eros Ramazzotti sal per la prima volta sul palco del Festival di Sanremo per cantare Terra promessa, era solo un ventenne timido, in giubbotto, t-shirt scura e riccioli malandrini, col sogno della musica. Per celebrare il compleanno tondo ieri sono apparsi cartelloni digitali a Roma, Milano, New York, Citta del Messico, Medellin, Madrid, Varsavia e Monaco di Baviera e gioved sar ospite di Amadeus all’Ariston. A volte mi capita di rivedere quel video su internet… — racconta la nostra prima popstar da esportazione —: a quel ragazzino direi di stare tranquillo perch andr tutto bene.
Nella serata successiva Pippo Baudo la proclam vincitore: lei rispondeva a monosillabi…
Se avessi potuto sarei sparito… Eros Potter. Oggi a 18 anni vedo che i cantanti vanno sul palco e fanno le capriole, sono gi pronti.
Come nasce questa celebrazione all’Ariston?
Come la risposta naturale, dovuta e doverosa all’invito di Amadeus. Anche se non vendo pi i dischi che vendevo in passato, sento una bella curiosit attorno. bello, non facile restare nelle testa della gente. E questo il mio modo per dire “sono ancora qui” e per ringraziare tutti. Artisticamente sono nato su quel palco e festegger cantando “Terra promessa” e basta: Sanremo il Festival dei cantanti in gara.
Ci tornerebbe?
Mi piacerebbe, ma ci vorrei anche De Gregori, Vasco e gli altri che hanno fatto la storia della musica italiana.
Dice che non vende pi dischi come allora, ma perch farli? Nei concerti la gente vuole ascoltare i classici.
l’istinto di chi scrive canzoni. Ovunque vada ci deve essere uno studio di registrazione: ne ho costruito uno anche nella casa che ho preso in Messico. Lo zoccolo duro dei fan apprezza, invece in quel vortice di musica che ci investe ogni giorno qualcosa si perde. C’ troppa musica, anche inutile, e anche tanta con testi negativi.
Che ne pensa delle rime machiste e violente di molti trapper?
Non c’ rispetto per le donne. Dopo il lockdown si accentuata la follia, in particolare quella degli uomini. Ma come fai a tirare fuori dalla testa dei ragazzi certe idee se ascoltano quei brani?.
Torniamo al passato. Come ci arriv a Sanremo?
Con una Renault 5 e sotto una neve di 2 metri: imparai a guidare pi che a cantare… Gianni Ravera, il patron del Festival, mi aveva notato a un’audizione: lo avevano colpito la mia voce — ha fatto scuola ma senza una molletta sul naso difficile imitarmi — e la faccia da borgataro che vuole spaccare tutto.
Siamo ragazzi di oggi, pensiamo sempre all’America…
Era l’idea di partenza, tanto che il primo titolo era “I ragazzi di oggi”. Lo cambiammo quando arrivarono Renato Brioschi e Alberto Salerno che mi aiutarono a scrivere il resto. Ero filoamericano non per le guerre che gli Stati Uniti facevano ovunque andassero, ma per la musica: quando morto Elvis Presley ho pianto.
Una terra promessa, un mondo diverso.
Era un messaggio di speranza. Ognuno aveva la sua: il no alle guerre, il lavoro, la famiglia.
Lei l’ha trovata?
S. Nel conseguire ogni giorno qualcosa di diverso, nel crescere sempre per migliorarmi.
Nei sentimenti?
Ho vissuto felicemente tutte le mie relazioni, ma senza costruirne una duratura. Diciamo che ho sempre avuto delle famiglie allargate e che mi ci sono trovato bene.
La terra promessa oggi?
Vive in me ogni giorno e possono essere i miei figli, mio nipote, il rispetto della natura. Tutti vogliamo un miglioramento che dipende anche dalle decisioni di altri. Pensiamo alle guerre. Oppure a tutto quello che in Occidente facciamo per stare meglio ma che ci torna indietro perch il pianeta non ci regge pi.
A ottobre ha compiuto 60 anni: ha accusato il colpo?
(ride) Ho qualche dolorino in pi, ma ho la voglia di vivere di un ventenne.
E la botta psicologica del diventare nonno?
S, ma un’esperienza fantastica. Gli ho gi regalato una chitarra. Una vera. Anche se so che la scasser subito, mi piace l’idea che scopra gli strumenti.
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3 febbraio 2024 (modifica il 3 febbraio 2024 | 21:41)
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