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E' assalto ai portafogli in questa estate 2023. Dopo la news che ha scatenato il putiferio per i due euro in più aggiunti al conto di una persona in un bar del comasco, solo per aver chiesto di tagliare a metà il toast, ecco che si verifica una situazione simile. E a denunciarla è Selvaggia Lucarelli. In un post sui suoi canali social, l'ex giudice di Ballando posta uno scontrino con una lista di cose che i suoi vicini di tavolo avevano preso per pranzare. Ma una voce lascia basiti tutti. «Liguria. Un piatto di trofie al pesto 18 euro, la mamma chiede un piattino per farne assaggiare un po’ anche alla bambina di tre anni che ha già mangiato. Sul conto le mettono due euro per il piattino. Tra l’altro avendole già messo in conto il coperto» racconta Selvaggia sotto le foto.
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Un post condiviso da Selvaggia Lucarelli (@selvaggialucarelli)
Piovono commenti sotto il post da parte dei follower di Selvaggia che scrivono indignati: «Ma allora che si paga a fare il coperto se mi devo pure pagare le stoviglie! Che vergogna», «È legale?Possono farlo pagare?», «Devono fallire, e anche male».
E ancora: «"OSTERIA DEL CAVOLO”: la fregatura era già nel nome» risponde qualcun altro ironicamente.
Un episodio simile è successo poche ore fa e ha fatto scalpore. I clienti del bar di Gera Lario, nel comasco, hanno ordinato un toast vegetariano con patatine al prezzo di 7 ero e 5, ma con grande stupore una volta avuto lo scontrino hanno scoperto che era stato loro addebitato un sovrapprezzo per il taglio a metà pari a due euro con tanto di Iva al 10%. Nella recensione lasciata dal cliente su TripAdvisor si legge: «Il formato del toast viene servito già tagliato in due esatte metà. Eravamo in due persone e abbiamo chiesto un toast che al tavolo avremmo mangiato in due. Ma dobbiamo pagare perché ci siamo divisi in due il toast? Incredibile ma vero…». Al commento negativo, il titolare ha risposto in prima persona: «Se un cliente mi chiede di fare due porzioni di un toast devo usare due piattini, due tovaglioli e andare al tavolo impegnando due mani. È vero che il cliente ha sempre ragione, ma – la sua versione – è altrettanto vero che le richieste supplementari hanno un costo».