Non ci sono elfi e folletti, Babbo Natale è in versione “mascherata”, non racconta di doni ai bimbi buoni, né di renne volanti, eppure “Una poltrona per due” è, per molti, il film di Natale per eccellenza.
Ci sono gruppi social che fanno il count down alla sua trasmissione in Tv (c’è una pagina Facebook che dal 2008 tiene aggiornati i fan sull’ appuntamento), ormai vista come tradizione della vigilia e il pubblico televisivo italiano replica, di anno in anno, da circa 40 anni, il numero di spettatori che, per Natale, seguono le vicende dei personaggi interpretati da Dan Aykroyd e Eddie Murphy.
Quest’anno, dal 9 all’11 dicembre, è stato anche possibile vederlo nelle sale in versione restaurata, e sono stati in tanti a non mancare l’appuntamento, in barba alle polemiche nate dalla cultura “Woke” che ha notato discriminazioni e razzismi anche in questo cult, con cui una generazione è cresciuta ridendo e festeggiando il Natale.
Ma perché il film piace tanto? La trama racconta la caduta e l’ascesa di due uomini: Louis Winthorpe III (Dan Aykroyd) e Billy Ray Valentine (Eddie Murphy) che diventano vittime della manipolazione di due anziani milionari, Mortimer e Randolph Duke (Don Ameche e Ralph Bellamy), che scommettono un dollaro sull’idea che il destino delle persone possa essere determinato dall’ambiente circostante: Mortimer crede le persone abbiano una natura predisposta alla delinquenza o al successo, mentre Randolph pensa che tutto dipenda dal modo in cui si cresce, e così stravolgono le vite dei due malcapitati, facendo diventare povero un giovane finanziere e trasformando un mendicante in un sofisticato esperto di Borsa.
Creato dalla penna di Timothy Harris e Herschel Weingrod, “Una poltrona per due” piace perché è capace di interpretare e ironizzare su un’epoca piena di contraddizioni come quella del capitalismo degli anni ’80. Il cinema è straricco di film che parlano di denaro e potere, del sogno americano e del destino umano, ma il classico natalizio ispirato al romanzo “Il ricco e il povero” di Mark Twain lo fa in un modo universale, giocando su cliché noti a chiunque lo guardi e ridendo di stereotipi.
Il buono e il cattivo sembrano rovesciarsi nei personaggi (inclusa la prostituta Ofelia) e questo è un ingrediente che piace sempre, soprattutto se questi sono affidati a interpretazioni magistrali come quelle di Dan Aykroyd e Eddie Murphy, per il quale il film si può considerare il vero debutto, visto che, inizialmente, erano stati selezionati Gene Wylder e Richard Pryor, e che poi Pryor si diede accidentalmente fuoco sotto effetto di droga, nel giugno 1980, e quindi si decise di puntare su Murphy, allora cabarettista ventiduenne del “Saturday Night Live”.
Fu proprio il giovane Eddie Murphy poi a spingere affinché la parte di Winthorpe fosse assegnata a un altro attore invece che a Wilder, perché non voleva essere considerato il rimpiazzo di Pryor e puntava a un nuovo cast.
Murphy, con la sua creatività, favorì, con improvvisazioni e battute fuori copione, il successo del film che, uscito negli Usa nel 1983, divenne il quarto film di maggior incasso dell’anno.
Oltre ai protagonisti, “Una poltrona per due” conta su Jamie Lee Curtis nei panni della giovane prostituta Ophelia, e su tanti cameo, tra cui quello di Jim Belushi (fratello di John, morto quell’anno di overdose) che sbuca dal costume da gorilla nella festa in maschera per l’ultimo dell’anno.
Una curiosità legata a quest’ultimo è che nel film il numero della foto segnaletica dato a Louis Winthorpe III quando viene arrestato è 7474505B, la stessa assegnata a Jake, il personaggio interpretato da John Belushi in “The Blues Brothers”.
Altre particolarità sono il titolo: inizialmente era “Black and White”, cioè “Bianco e nero”, ma poi si scelse “Trading Places” (“Posti scambiati”), da noi ribattezzato “Una poltrona per due”; e il legame del film con “Il principe cerca moglie”, commedia del 1988 sempre diretta da John Landis: il personaggio interpretato da Eddie Murphy incontra i fratelli Randolph e Mortimer Duke e, questa volta, sono loro i senzatetto.
La prima messa in onda italiana di “Una poltrona per due” risale al 9 aprile del 1986 e non era un film nato per il Natale. Solo in Italia poi ha stretto questo legame col periodo delle Feste, ma ormai è tradizione e, in molti, da nord a sud, lo considerano tra gli ingredienti immancabili del cenone.
Source link