(di Francesca Pierleoni)
A pochi mesi dal flop del remake
live action di Biancaneve (persi almeno 100 milioni di dollari),
la Disney torna in campo con la versione live action ibrida
(attori reali più animazione in Cgi) diretta da Dean Fleischer
Camp, di uno dei suoi titoli animati più amati degli ultimi
anni, Lilo & Stitch. La delicata ed esilarante family comedy
ambientata alle Hawaii, sul legame profondo che nasce tra uno
scatenato piccolo alieno blu in fuga, l’esperimento 626 poi
ribattezzato Stitch, e una irrefrenabile bimba orfana di sei
anni, Lilo (la bravissima esordiente Maia Kealoha) arriverà con
Disney nelle sale italiane il 21 maggio e il 23 maggio negli
Stati Uniti.
Un debutto che nonostante lo scontro diretto globale con
Mission Impossible – The final reckoning, è accompagnato da dati
incoraggianti di prevendite e una previsione di incassi negli
Usa nel primo weekend di circa 100 milioni di dollari. La
versione animata, firmata nel 2002 da Chris Sanders e Dean
DeBlois, è riletta nel remake interpretato fra gli altri, da
Sydney Elizebeth Agudong, Billy Magnussen, Tia Carrere, Courtney
B. Vance, Zach Galifianakis, e in voce, Hannah Waddingham, con
minimi cambiamenti rispetto all’originale, e dando ampio spazio
al concetto alla base della storia, la ohana (famiglia in
hawaiano) intesa come una comunità che comprende anche gli amici
e tutti coloro che amiamo. Un aspetto evidenziato da qualche
nota più dramedy nel raccontare il rapporto tra Lilo e la
sorella 18enne Nani (Agudong), che dopo la morte dei genitori,
sta crescendo la bimba, tra difficoltà finanziarie ed emotive,
oltre al rischio che la piccola venga affidata ai servizi
sociali, rappresentati dalla comprensiva Mrs. Kekoa (Carrere,
voce di Nani nel film del 2002). Per Lilo, che a causa del suo
carattere fin troppo indomito viene isolata dalle coetanee è
fondamentale l’incontro con il brillante, forzuto e irascibile
‘animaletto’ blu transfuga dal pianeta Turo, Stitch, che dopo
essere precipitato sulla Terra, viene catturato e portato in un
rifugio, dove la piccola lo adotta. Lilo trova in lui un
compagno di disastri, ma anche un confidente, un vero amico e un
nuovo membro di quella ohana che andrà sempre più ad allargarsi.
“L’originale è sempre stato il mio film Disney preferito –
spiega nelle note di produzione Fleischer Camp, candidato
all’Oscar nel 2023 per Marcel The Shell -. E’ una specie di
fiaba spezzata: a differenza della maggior parte dei film
Disney, non ci sono principesse. Si svolge in un contesto
contemporaneo, alle Hawaii, e la maggior parte dei personaggi
sono normali esseri umani che vivono la loro vita e cercano la
felicità. Ho pensato che questo lo rendesse un film perfetto per
un adattamento in live-action che rispettasse l’originale,
perché c’erano così tante opportunità di scavare nelle realtà
emotive di questi personaggi umani e di radicarli in
un’esperienza vissuta”. Agudong e il regista sono stati subito
d’accordo sul fatto che “la storia raccontasse una situazione
familiare molto reale e tangibile e che non significa
necessariamente che sia una famiglia distrutta – osserva
l’attrice -. Tutti possono essere una famiglia”. Un elemento
mescolato sapientemente con la comicità affidata anche ai
riusciti duetti dei vulcanici Billy Magnussen e Zach
Galifianakis, nei panni dei due alieni sulle tracce del
fuggitivo, il pacifico Agente Pleakley e il Dr. Jumba Jookiba,
megalomane creatore di Stitch. Il legame con il film originale
(omaggio a Elvis Presley compreso) è rilanciato anche dal
ritorno di Chris Sanders come voce in originale di Stitch. “Il
suo vicino più prossimo in un quartiere Disney sarebbe
probabilmente Paperino”, spiega Sanders, secondo il quale, anche
il papero Disney “può essere davvero in gamba e fare un buon
lavoro, ma spesso si fa trascinare dai suoi stessi guai”. Stitch
“è stato progettato per essere un cattivo che diventa un eroe.
Questo era unico all’epoca, e lo è ancora”.
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