John Travolta, che a Sanremo 2024 avrebbe potuto parlare della salute dei bambini


Qualche passettino sul palco dell’Ariston insieme ad Amadeus sulle note dei suoi balli cinematografici più iconici, da Saturday Night Fever a Grease e Pulp Fiction. E, dulcis in fundo, il Ballo del Qua Qua, fuori dal teatro, insieme a Fiorello.
La presenza di John Travolta, 69 anni, ospite internazionale della seconda serata del Festival di Sanremo, ha sollevato non poche perplessità. La sensazione generale è che di certo, la star hollywoodiana protagonista di autentici capisaldi della storia del cinema, ma anche attivamente impegnata sul fronte sociale, avrebbe potuto in ogni caso «dare di più».

Non tutti sanno, forse, che John Travolta e la moglie, l’attrice Kelly Preston scomparsa nel 2020 a 57 anni per un tumore al seno, nel 2009 hanno creato la Fondazione Jett Travolta in memoria del figlio scomparso all’età di 16 anni, mentre era in vacanza con la sua famiglia alle Bahamas.

Anche se non sono completamente chiare le cause della morte di Jett, il ragazzo, con disturbi dello spettro autistico, sarebbe deceduto nella stanza dell’Old Bahama Bay Hotel, in seguito a un attacco epilettico che gli avrebbe fatto sbattere la testa contro la vasca da bagno.

Soltanto alcuni anni dopo la sua morte i Travolta (che nel 2000 hanno avuto anche Ella, oggi 23enne), rotto il massimo riserbo che avevano sempre mantenuto sulla salute del figlio, hanno parlato pubblicamente di autismo. La prima a farlo era stata Kelly Preston nel 2012 che, come riportato dalla CBS, alla trasmissione The Doctor rivelò: «Jett era autistico, soffriva di attacchi epilettici e quando era piccolo aveva dovuto affrontare anche la Malattia di Kawasaki».

Ogni anno, il 13 aprile, in quello che sarebbe stato il giorno del suo compleanno, John Travolta ricorda il figlio Jett con un post ad alto tasso di emotività.

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Tra gli obiettivi della Fondazione in memoria di Jett – che a oggi ha fornito il proprio sostegno a oltre 160 cause e organizzazioni – c’è la volontà di assistere e fornire sollievo ai bambini con problemi di vista, udito, mobilità, comunicazione, apprendimento comportamentale o altri bisogni speciali di natura medica, ambientale, sanitaria o educativa.
The Jett Travolta Foundation mette inoltre a disposizione fondi per educare il pubblico sulla necessità di un ambiente pulito, fornire soccorso e assistenza ai bambini vittime di disastri naturali o provocati dall’uomo, offrire consulenza sul dolore relativo alla perdita di un membro della famiglia o a altre tragedie.

E il 12 febbraio si celebra la Giornata Mondiale dell’Epilessia

Proprio lunedì 12 febbraio, cade la Giornata Internazionale dell’Epilessia, voluta dall’Organizzazione Mondiale della Sanità con l’obiettivo di promuovere la consapevolezza su questa patologia che nel mondo colpisce circa 50 milioni di persone di tutte le età e interessando nei Paesi industrializzati circa 1 persona su 100.

L’epilessia può esordire a tutte le età, con due maggiori picchi di incidenza, uno nei primi anni di vita e l’altro – sempre più elevato – nell’età più avanzata. Attualmente si calcola che in Italia ogni anno si verifichino 86 nuovi casi di Epilessia nel primo anno di vita, 20-30 nell’età giovanile/adulta e 180 dopo i 75 anni.

Alla base dell’alto tasso di incidenza nel primo anno di vita ci sono soprattutto fattori genetici e rischi connessi a varie cause di sofferenza perinatale, mentre per gli over 75 la causa risiede soprattutto nel concomitante aumento delle patologie legate all’età: ictus cerebrale, malattie neurodegenerative, tumori e traumi cranici.





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