- La 44enne moglie di Paolo Ciavarro spiega il motivo per cui riprende a lavorare sul web
- Eleonora è scomparsa il 3 marzo, il momento è difficile, ma bisogna andare avanti
Clizia Incorvaia in una breve clip si mostra mentre mette il make up. Torna a parlare in un video social dopo la morte della suocera Eleonora Giorgi, scomparsa il 3 marzo scorso. “Il dolore mette a dura prova ogni relazione”, chiarisce. E’ durissima, ma bisogna andare avanti.
La 44enne, influencer e creatrice digitale, moglie di Paolo Ciavarro, da cui ha avuto il suo secondogenito Gabriele (è pure madre di Nina, 9 anni, la bimba avuta dall’ex marito Francesco Sarcina), esordisce: “Ciao ragazzi, sapete il momento difficile che stiamo vivendo, ma adesso è arrivato il momento di rendersi presentabili”.
“Sono andata a prendere piccolini a scuola ed è giusto che io sia carina e positiva. Sapete che i bimbi sono cristalli puri e quindi risentono tanto della nostra energia. Sono il nostro specchio riflesso. Sto cercando di essere più positiva e più ottimista possibile, di fargli vivere al meglio questo momento di difficoltà. Voglio continuare a essere quella ‘nuvola rosa’ sia per i miei bambini che per mio marito”, aggiunge la siciliana.
“Essere uniti in questo momento è la cosa fondamentale, perché il dolore mette a dura prova ogni relazione. Bisogna, in questo momento, più che mai rifugiarsi nell’amore. Solo così si può superare tutto”, sottolinea Clizia.
La Incorvaia sottolinea: “So che molti non capiranno, possono anche fraintendere i miei atteggiamenti, come spesso mi è successo, perché ancora oggi non si ha prontezza del lavoro del digital creator, che è il mio lavoro, che mi permette di crescere in maniera dignitosa la mia famiglia. Quindi riprenderò, come è giusto che sia, a fare i miei contenuti di moda, di glamour, che parlano al mondo femminile, che è il mio mondo. Continuerò a fare quello che io amo e quello che è il mio lavoro. Portarvi nella mia quotidianità per me è fondamentale perché mi fa sentire meno sola e magari sarete voi ad aiutare me”. E conclude: “Un bacino, vado a prendere i bimbi”.