La lingua napoletana è spesso al centro di querelle sul web. Nelle ultime ore, al centro delle polemiche si è ritrovato Geolier; il rapper partenopeo che – per la prima volta nella storia del Festival – porterà sul palco dell’Ariston una canzone interamente in Napoletano.
Gli intellettuali e puristi della lingua partenopea sui social sono insorti sul testo della canzone intitolata «I p’me, tu p’te».
Il motivo è la scrittura liguistica del brano che, secondo molti, è errata e particolarmente lontana dal «Napoletano tradizionale» di Pino Danile o Eduardo De Filippo.
A sostenere questa polemica vi è innanzitutto lo scrittore partenopeo Maurizio De Giovanni, che in un post ha scritto:
«E’ una lingua antica e bellissima, con la quale sono stati scritti capolavori immensi. E’ un patrimonio comune, ha un suono meraviglioso, unisce il maschile e il femminile come fa l’amore. Non merita questo strazio. – spiega De Giovanni, aggiugendo – Non c’è da parte mia alcun giudizio sull’artista, il suo valore musicale o il suo successo che peraltro gli auguro con tutto il cuore da conterraneo e tifoso di ogni espressione positiva del territorio».
Lo scrittore afferma, infine, che il Napoletano è una lingua e che merita rispetto come tutte le altre e che Geolier, per non scivolare in questa questione, avrebbe dovuto chidere aiuto nella scrittura.
Numerosi i commenti in sostegno di De Giovanni. Soprattutto da parte dei nostalgici che sottolinenao le abissali differenze con i testi del grande Pino Daniele.
«Vocali sparite, totale assenza di raddoppio fonosintattico delle consonanti, segni di elisione inesistenti o inventati dove non ci vogliono. Una lingua perfetta per il rap e non solo, ma il Napoletano, non questo scempio», sostiene lo scrittore Angelo Forgione, aggiungendo che nessuno avrebbe mai giustificato degli errori di scrittura nella lingua Italiana.
Allo stesso tempo però, diversi anche i commenti che spalleggiano Geolier, affermando che si tratta di un cantante giovane e di gran successo, che attira gran parte delle nuove generazioni e che probabilmente rappresenta proprio «l’evoluzione» della lingua napoletana.
Ancor di più, in realtà, non va dimenticato che Geolier proviene da una realtà particolare e specifica e che, il suo personaggio artistico rappresenta pienamente quel tipo di realtà, sia in termini linguistici (di slang) che di contenuti.
In ogni caso, si dovrà attendere l’inizio del Festival per scoprire effettivamente quale sarà l’impatto del Napoletano di Geolier sul palco dell’Ariston.
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