(di Luciano Fioramonti)
Carmen disegnata da Renato Guttuso
mantiene la sua carica suggestiva nonostante sia passato più di
mezzo secolo dall’ allestimento che provocò scandalo nel 1970.
Le scenografie e i costumi realizzati dall’ artista siciliano
per la messa in scena con la regia di Sandro Bolchi sono tornate
al Teatro Costanzi nell’ omaggio dell’ Opera di Roma per i 150
anni della capolavoro di Georges Bizet, con una prima coronata
ieri sera da quasi dieci minuti di applausi. La ricostruzione di
quella storica rappresentazione, riproposta con efficacia dal
regista Fabio Ceresa, ha comportato un lavoro imponente basato
sulle tele dipinte sopravvissute, le foto di scena dell’ epoca
e gli oltre 500 disegni di Guttuso (ma altri 500 furono
distrutti prima di arrivare alla versione definitiva della
scenografia). L’ opéra-comique che finisce in tragedia, tra le
più rappresentate al mondo, ha visto impegnato il direttore
israeliano Omer Meir Wellber e un cast internazionale con il
mezzosoprano francese Gaëlle Arquez, che ha già interpretato con
successo il ruolo del titolo in patria e nei teatri europei e
ora alla sua prima volta per la Fondazione capitolina, e il
tenore messicano-americano Joshua Guerrero nei panni di Don
Josè.
Storia di una zingara ribelle che vuole autodeterminarsi in
un universo patriarcale, questa Carmen lancia segnali espliciti
di pace nella danza delle donne che ‘fumano’ fiori bianchi che
poi infilano nelle canne dei fucili dei soldati, come fa la
protagonista seducendo un don Josè legato agli obblighi militari
e a un rapporto pressante con la madre. ”Libertà è la parola
nella quale possiamo riassumere Carmen – ha spiegato il regista
– libertà di poter decidere per se stessi, di vivere la propria
vita senza che nessuno ci dica che cosa possiamo o dobbiamo
fare”. Al termine delle arie e dei duetti il pubblico non ha
fatto mancare applausi e ‘bravi’ per tutti, con slanci
particolari per il toreador Escamillo impersonato dal
basso-baritono uruguayano Erwin Schrott e per la Michaela di
Mariangela Sicilia, soprano cosentino già acclamata in questa
stagione all’ Opera di Roma in Alcina di Handel. Gaëlle Arquez,
molto apprezzata per il canto, è parsa invece debole nel rendere
scenicamente il carattere sanguigno e sprezzante della zingara
Carmen, protagonista di una vicenda di amori promessi e negati
che affronta il proprio destino di morte annunciato dalla
lettura delle carte pur di non cedere a don Josè, accecato dal
suo ”non ti amo più”. Passione e gelosia sperimentati dallo
stesso Bizet, turbato dall’ attrazione tra la moglie e un suo
carissimo amico pianista e respinto da Celestine Galli-Mariè,
protagonista della prima dell’ opera, dopo una relazione finita
in breve tempo. Circostanze che con lo scarso successo delle
repliche di Carmen avrebbero contribuito, secondo persone vicine
al compositore ma senza conferme, a spingere il musicista a
suicidarsi tre mesi dopo la prima. Il direttore Omer Meir
Welber ha avuto applausi convinti per la prova dell’ orchestra
e il maestro Ciro Visco ha confermato la popolarità ormai
consolidata tra il pubblico della capitale per la prestazione
del Coro, accompagnato dal Coro di Voci bianche del Teatro dell’
Opera. Carmen sarà in scena fino al 28 giugno. Nelle repliche
del 22, 25 e 27 è impegnato il cast alternativo con Ketevan
Kemoklidze (Carmen), Jorge de León (Don José), Andrei Bondarenko
(Escamillo) ed Ekaterina Bakanova.
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