A Natale ha riunito la famiglia per un ultimo incontro


Il nome di Sven Goran Eriksson, uno degli allenatori più vincenti della sua generazione, è tornato prepotentemente in auge purtroppo per una tristissima notizia. Perché lo svedese, in un’intervista radiofonica, ha annunciato di avere il cancro e ha anche dichiarato di non avere molte speranze. Eriksson ha scoperto di avere un cancro al pancreas che non è operabile. La notizia ha fatto il giro del mondo e l’affetto ha ricoperto l’allenatore che in un’intervista ha parlato della sua malattia e ha specificato che non sa ancora quanto gli resta da vivere.

Per oltre quarant’anni è stato un apprezzatissimo allenatore. Ha ottenuto risultati ovunque. Vinse con il Goteborg, da giovane allenatore, un’inaspettata Coppa Uefa, sfiorò lo Scudetto con la Roma, visse una finale di Coppa di Campioni con il Benfica (persa contro il Milan degli olandesi nel 1990), poi è tornato in Italia e ha vinto lo scudetto (e una serie di trofei) con la Lazio prima di diventare il primo c.t. straniero dell’Inghilterra. Rispettato anche per i suoi modi eleganti e gentili Eriksson quasi un anno fa fece un passo indietro dal Karlstad, squadra di terza serie svedese, lasciò per motivi personali.

Del male non ne ha parlato a nessuno praticamente per un anno, nemmeno il suo agente sapeva che il tecnico avrebbe dato l’annuncio nell’intervista in radio nella giornata di giovedì 11 gennaio. Anders Runebjer in un’intervista a un quotidiano svedese ha dichiarato: “Non ha detto nulla mentre eravamo in auto diretti alla stazione radio di Karlstad. Non sapevo che avrebbe fatto l’annuncio. Non so se sia stato qualcosa che ha deciso subito prima o durante l’intervista. Credo che abbia considerato a lungo quando e come dirlo pubblicamente”. 

A Expressen Runebjer, che oltre a essere l’agente è un amico di vecchia data di Eriksson, ha raccontato un momento particolare e triste di questa vicenda:Per Sven è stata dura. Prima di tutto ha dovuto accettare di essere malato prima di poterne parlare. Ma ora ha voluto condividere. Per tutti è stata dura, ma soprattutto per lui e per chi gli è vicino. Non ha detto nulla a nessuno per quasi un anno. A Natale ha riunito la famiglia per un ultimo incontro“.

Dopo l’annuncio della malattia, Eriksson ha rilasciato un’intervista a Libero nella quale ha parlato di tante cose: ha eletto i migliori calciatori della storia (Pelé, Maradona e Messi), il miglior allenatore di oggi (Pep Guardiola), ha ricordato con dispiacere il famigerato Roma-Lecce 2-3 del 1986: “Una sconfitta che i giocatori accusarono molto, regalammo il titolo alla Juve”. 

Ma le domande principali hanno riguardato il suo stato di salute. Lo svedese, che ha 75 anni, ha descritto la sua situazione attuale: “Devo continuare a vivere finché si può. Sto vivendo in condizioni abbastanza normali. Se mi chiede come sto rispondo: ‘Sto bene’. Voglio vivere cercando di non pensare troppo alla malattia”. 

Il cancro al pancreas gli è stato diagnosticato dopo un mancamento durante una corsa. In un primo momento era stato detto che a Eriksson resta un anno di vita. Questa tempistica, però, non è esattamente vera:Io non ho chiesto quanto tempo mi resta da vivere. Non mi hanno detto un mese, sei mesi o un anno. L’unica cosa certa è che il mio è un cancro che non si può operare. Quello che possiamo fare è cercare di rallentare la sua evoluzione con le medicine ed evitare che cresca velocemente”. 

Infine, Eriksson ha fatto un bilancio della sua vita e ha parlato anche dei suoi figli: Io ho avuto una vita alla grande, soprattutto quella professionale. Una vita meravigliosa, stimolante e piena di soddisfazioni. Una volta scoperto il cancro le strade erano due: stare in casa chiuso a piangere o continuare a vivere. Io ho scelto di continuare a vivere il più possibile senza pensare troppo alla malattia. Sono un uomo fortunato. Questo male non è stato una gran fortuna, ma si deve accettare. Ai miei figli ho parlato. Per loro non è stato facile, ma la vita continua e voglio viverla al meglio anche per loro. Io continuo a combattere fino alla fine”.





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